Borgo di Rivalta
La visita del Borgo di Rivalta parte dall’Oratorio della Madonna del Ponte: una costruzione dall’inconsueta pianta ottagonale ricavata da una torre di fattura medievale che faceva parte del ponte levatoio.
La visita del Borgo di Rivalta parte dall’Oratorio della Madonna del Ponte: una costruzione dall’inconsueta pianta ottagonale ricavata da una torre di fattura medievale che faceva parte del ponte levatoio. Di questo ultimo non rimane traccia, se non nel nome del luogo sacro.
L’oratorio si presta particolarmente per mostre temporanee.​
La successiva tappa del percorso è la Torre Medievale, antico mastio che, un tempo più alta, costituì il primo nucleo del castello, ricoprendo il ruolo fondamentale di torre d’avvistamento e di residenza.
Passando l’arco ogivale si entra nel Borgo Medievale composto da fabbricati che vanno dal XIII secolo al XVII secolo. Un tempo, l’insieme delle costruzioni formava un piccolo centro artigianale: un borgo rurale perfettamente autosufficiente, con le sue botteghe, stalle, osteria e pollai.
A oggi il Borgo di Rivalta comprende:
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Chiesa di San Martino
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Hotel Torre di San Martino
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SPA & Wellness
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Caffè di Rivalta
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Antica Locanda del Falco
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La Rocchetta
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Sapori & Leggende
LA CHIESA DI SAN MARTINO
Al termine della strada che in lieve salita attraversa il Borgo di Rivalta, si erge la Chiesa che ancora oggi accoglie le preghiere dei fedeli. È dedicata a San Martino di Tours, nato in Pannonia, l’attuale Ungheria, e divenuto vescovo di Tours, in Francia, all’incirca nel 370. La chiesa è menzionata per la prima volta in un documento del 1025, ma c’è anche chi ha proposto, visto che l’origine del culto di Martino è di quel periodo, di collocarne la fondazione già in epoca longobarda. La chiesa fu ricostruita più volte in seguito a saccheggi e distruzioni.
Il culto di questo santo predicatore infatti, oppositore del paganesimo e fondatore dei primi monasteri in Francia, si diffuse in tutta l’Europa occidentale e giunse anche a Rivalta, dove la sua immagine in bassorilievo di terracotta sovrasta il portale di ingresso sin dal 1500. Anche questa decorazione, come quelle presenti nel cortile dell’adiacente castello e nel palazzo Landi a Piacenza, proviene dalla fornace del celebre artista del rinascimento cremonese, Agostino De Fondutis.
La sua configurazione attuale è frutto delle numerose ricostruzioni subite, seguite alle vicissitudini storiche del Castello di Rivalta.
L’abside, rivolta ad oriente secondo tradizione, si affaccia sul greto del fiume Trebbia.
La facciata è sobria, con tetto a capanna, un unico portale e una sola apertura quale fonte di luce e il campanile ubicato lateralmente. Anche il suo interno è caratterizzato da estrema sobrietà quasi a volere dimostrare il proposito di eliminare ogni elemento superfluo o ridondante. Vi è una sola navata, priva di transetto, scandita da grandi archi trasversali a sesto acuto con due cappelle per parte e una copertura, caratterizzata da un’orditura di travi lignei.
All’interno, tra il 1760 e il 1762 circa, sono state realizzate dal pittore decoratore Giuseppe Turbini le decorazioni delle cappelle, la prima di sinistra è la cappella del Rosario già esistente dal 1500 in cui troneggia la statua della madonna con il bambino del famoso scultore Jan Herman Geernaerth.